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Luca Dondoni è, bontà sua, assai famoso. Scrive su un giornale, e di quelli importanti, ed è ospite fisso di “Amici”. Qualcuno, poche settimane fa, gli fece notare (a “Tv Talk”) che fare la critica ad una trasmissione televisiva alla quale si partecipa è un po’ complicato per evidenti ragioni di conflitto di interessi. Lui abbozzò, disse quattro parole a caso, delle quali nessuno osò comprendere il reale significato; vedendolo in difficoltà, quel gentiluomo del conduttore, Massimo Bernardini, calò il classico velo pietoso.

Ma il Dondoni non è uomo da mandarle a dire. Quando si infervora (soprattutto su twitter), si infervora. Peccato che cerchi di difendere l’indifendibile, come le decisioni molto poco comprensibili della giuria “tecnica” della quale fa parte.

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Per essere un disco d’esordio, “Nali” ha molti pregi e qualche difetto. La Scarrone cerca, non sempre riuscendovi pienamente, di adattarsi a diversi stili, più o meno come cercava di fare (e anche qui raramente convincendo) durante la trasmissione che l’ha lanciata, “Amici di Maria De Filippi”. Più che altro, fa specie il tipo di confronto che la fanciulla evoca, sia attraverso scelte autoriali difficili da condividere a pieno, sia attraverso altre scelte meno conscie cui evidentemente la portano le abitudini e il modus cantandi istintivo.

Francamente improbo (e ingeneroso con se stessi) scegliersi da subito un modello come Mina, della quale rifare, con scarsa personalità, “Mi sei scoppiato dentro al cuore”. Una scelta come questa si capisce solo se dettata dall’azzardo o da una fiducia incontrollata nelle proprie capacità. Una canzone come quella di Mina dovrebbe essere lasciata all’originale – a meno di non decostruirla facendola diventare qualcosa di completamente diverso. Ma Annalisa non ha la forza di cambiarne neppure una virgola, risultando un doppione facilmente evitabile rispetto alla Mazzini d’antan.

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Anna Altieri commentava ieri sera a denti stretti la sua uscita da “Amici”, sostenendo che loro avevano fatto fuori il jolly ed ora erano perfettamente sicuri che sarebbero arrivati in fondo. Tanto per sgombrare il terreno da ogni equivoco, aveva ragione.

Il tempo, che in genere è galantuomo, avrebbe fatto ragione del talento di “Amici” 9 e le simpatiche graduatorie costruite ad arte da abili venditori di fumo (Rapino in primis) e da organizzatori di trasmissioni in preda ad onnipotenza (Zanforlin) sarebbero finite nel dimenticatoio, triturate dalla forza della voce della Altieri. E invece, come dice la Pausini, in una canzone che peraltro Anna fa benissimo, invece no.

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