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Non si può che restare strabiliati dalle prove che ogni tanto, seppure nella sordina dei grandi mezzi di comunicazione, riescono ad emergere tra le interpretazioni di Marco Carta. Una di queste rare perle di bravura è “Scelgo me”, una delle canzoni più triste e appassionate che io abbia mai ascoltato in quest’ultimo anno così povero di emozioni.

“Siamo un mare di cenere”: questo verso, talmente bello e potente, poteva essere il giusto epitaffio a tutto un mondo (il nostro) che brucia su se stesso, che non riesce a trovare soluzione ai propri problemi. Tanto che, come dice la canzone stessa: “è tutto inutile/ così non può girare”.

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