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Voleva diventare tronista. Voleva essere un personaggio. Si sentiva bello, figo e fotomodello. Si sentiva introdotto, nell’agenzia giusta, tra le persone giuste.

Paola Frizziero, che è spesso tanto ingenua quanto furba, s’è lasciata imbibinare. Un bacetto, un abbraccio e quella ha calato le braghe. Del resto, come s’era comportato Salvatore? Praticamente allo stesso modo. D’altronde, la mela non cade lontano dall’albero, soprattutto se l’albero è di more.

 

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Quando si presentò sulla scena di “Amici”, Marco, e lo dico con tanta tenerezza, impressionava per la sua timidezza, per il suo muoversi goffo, per i suoi difetti prima ancora che per i pregi. Ma quando cantava, tutto sembrava cambiare.

“Ain’t easy”, come dice la sua canzone di apertura, il suo “cavallo di battaglia”. Non è facile venire dalla Sardegna con tutti i sogni in una valigetta troppo piccola. Non è facile mettersi su un palco e cantare, stracantare, diventare un mito. Eppure Marco aveva qualcosa dalla sua: una scintilla, la sua forza debole, che doveva esplodere prima o poi.

 

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L’anno scorso Karima Ammar cantava un repertorio black facendo scalpore. Umiltà, tanto lavoro, una voce educata e generosa: tutte qualità che la contraddistinguevano facendola brillare rispetto al suo contraltare (che era la negazione del talento, per dirla in breve). Oggi, invece, paladina dei Bianchi è Roberta Bonanno e qualcuno, con tanta generosità, l’ha paragonata proprio alla Ammar.

Eppure, tra le due c’è una tale differenza che anche solo immaginare un confronto è una eresia. Roberta, infatti, non ha niente della Ammar – né il talento, né la capacità di essere vera, fino in fondo, tanto da abbracciare l’Angelucci e poi odiarlo da toscanaccia verace, solo perché le aveva rubato la vittoria, slealmente (ovvio).

 

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Pasqualino è talmente anonimo che, probabilmente, in finale è arrivato al suo posto Jancu e nessuno se n’è accorto. Non mi sorprenderei a vederlo fare le cose migliori in recitazione o in danza, dove forse riesce ad esprimersi in un modo più consono al suo essere profondo.

Non a caso tra le sue perfomance migliori ad “Amici” è sicuramente la parte del protagonista nel musical dedicato a “In & Out”. Nei panni del professore gay che sta per sposarsi e che per essere un vero uomo decide di usare perfino un nastro registrato che gli suggerisca le mosse da fare e quelle da evitare, Pasqualino ha vissuto la sua migliore metamorfosi, quella più realistica, quella più sentita.

 

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Mariottini è stato talmente citato da questo blog che bisognerebbe dargli i diritti. In effetti, senza esistere, Francesco è stato al centro di tantissime polemiche, nessuna delle quali da lui stesso stimolata, peraltro. Cassandra se ne innamora nei primi mesi e tra i due nasce una complicità, che, a quanto pare, è rimasta neutrissima. Intanto, si innamora di lui anche un attore, del quale non si dirà mai abbastanza bene, Sebastiano Formica. Il ragazzo si incarta talmente che la questione viene a galla, rimane insabbiata, finisce come tante volte in “Amici” con una eliminazione che è davvero poco chiara.

Francesco, del resto, è tra i pochi di quest’anno tra i ragazzi di “Amici” ad avere una carriera pregressa: è già un ballerino quasi professionista, anche se la Celentano indulge nell’enucleare i suoi difetti (forse perché le piace di meno di qualcuno della scorsa edizione?), Garrison e Steve lo torturano con crudele acrimonia, la Paparo lo uccide in quattro e quattr’otto, col suo finto pietismo (“quando balla, mi fa proprio tanta tenerezza”, come dire: è batuffoloso, ma non è un ballerino).

 

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La Fuccillo ci credeva davvero. Era arrivata ad una impensabile semifinale, nonostante il grosso peso della Celentano addosso, nonostante fosse in una squadra che perfino lei guardava con sospetto, nonostante fosse odiata e amata, criticata e vezzeggiata, come solo certe ballerine di “Amici” possono essere. Brevi stelle, spesso; spesso, soubrettine mancate o vagheggiate, che tentano, come ha fatto Sabrina Ghio, anche la strada della grossa amicizia o del reality per emergere dal loro dimenticatoio.

Garrison è bravo, bravissimo a esaltare le loro doti da show-woman: trova la chiave del loro successo in “Amici” senza poter dare loro le chiavi del Paradiso televisivo o teatrale, facendole rischiare l’anonimato subito dopo la loro edizione. Non è colpa sua, intendiamoci: un coreografo bravo fa ballare anche i tronchi di cono, le piramidi di Cheope e Micerino e il Pirellone; non c’è meraviglia che faccia ballare anche la Fuccillo, che, povera lei, non è nata con un fisico slanciato, ma con le forme proporzionate della bella donna del sud.

 

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Roberta Bonanno e Pasqualino Maione non capiscono, davvero non ce la fanno. Perché Marco è così amato? Che cosa avrà mai di speciale? Perché Jurman, poi, lo tiene tanto in considerazione? Ma cavolo, urletta la Bonanno, acidamente, come mai io non arrivo?

Il lavoro paga quasi sempre nella vita. Con l’impegno, con la buona volontà si può ottenere tutto: si possono superare i propri limiti, ci si può migliorare, si può arrivare perfino ad essere speciali. Ma il talento non si compra, non si acquista, non si capisce scientificamente, non si misura con il diapason o con il metronomo. Il talento va oltre il lavoro.

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Insomma, lo volevano tutti (o quasi): il pubblico l’ha gratificata sempre con l’ultimo posto nella graduatoria di gradimento. Cassandra, prima di uscire, la voleva metaforicamente “uccidere”. Francesco l’ha sempre guardata in cagnesco, sempre che possa avere una qualche espressione (oltre a quella del finto tonto). Non parliamo dei bianchi-senza-vergogna: l’hanno seppellita di improperi, imitazioni, cazziatoni finti o reali. Perfino il suo ex-migliore amico Pasqualino la deride con il tono saccente di chi “sa cantare”.

E vogliamo parlare dei professori? Marta è di gran lunga la più odiata di questa stagione: è lei la Crudelia Demon, simile nella sua antipatia riuscitissima a certi personaggi di “Amici” come Rossella (se qualcuno se la ricorda), che pure era una signora ballerina rispetto alla Fuccillo, o come l’amabil stonatore Angelucci, che tramite la sua antipatia è riuscito perfino a vincere una finale, trionfante e tronfio.

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