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Lanciati verso il successo, i cantanti di X-Factor di quest’anno sembrava che dovessero fare sfraceli. Sono scomparsi quasi da dovunque. Noemi, i Bastard e Matteo sono in pratica finiti prima di cominciare: senza colpo ferire.

Come mai i discografici abbiano così poco creduto in loro tre, fa specie. I loro dischi sono davvero inutili e sproporzionati: solo ed esclusivamente cover, tre inediti un po’ pretenziosi, cantati senza pretese, niente di che. Come mai invece gli autori si trovano per “Scialla” prima e poi per gli album dei ragazzi di “Amici”? Non sarà che, a prescindere dal caso Ferreri, la trasmissione della De Filippi sia ancora la più seguita? e forse perfino la più amata?

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Un anno fa, come dice una sua canzone, Cassandra De Rosa era protagonista sui palcoscenici di “Amici” e, per parafrasare una sua compagna di squadra, “bruciava” l’anima. Il suo ritorno, con un disco quasi del tutto autoprodotto, è allo stesso modo urticante, un vortice di emozioni.

Cassandra è davvero cresciuta: gli inediti che le sono stati cuciti addosso sono forti, immediati, di presa. Come la canzone che abbiamo già menzionato: “Un anno fa”, un pezzo dance indubbiamente intrigante, molto estivo e adatto al lancio del disco.

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Grazia Di Michele, ormai, s’è resa tanto ridicola che forse eclissarsi e evitare di farsi vedere in giro sarebbero due intelligenti idee. Naturale che, invece, lei decida addirittura di tornare a scrivere (a parte ammorbare con la sua funesta presenza i provini di “Amici”). Pare che debba uscire un suo lp a ottobre (ma, dico io alla casa discografica, ripensarci no?). Mi raccomando: se doveste averne una copia per le mani, usatela nel modo più consono. Ad es. sotto un tavolo con una gamba più corta, oppure come fermacarte, o meglio ancora: distruggetelo.

La canzone che per ora è stata pubblicata si intitola, provocatoriamente “Il mare nella stanza”. Già basterebbe il titolo per chiedere di incriminare la cantante e mandarla a San Vittore. Il povero Gino Paoli come l’avrà presa? Speriamo che nessuno gliel’abbia detto.

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E girare per riempire ogni vuoto: giro, in effetti, fin troppo. Sono una trottola impazzita: qualche volta faccio fatica a riprendermi da quanto mi muovo.

E pensare per riempire ogni vuoto: penso, sì, penso anche troppo. E ragiono come un bonzo tibetano, prendo la pioggia e non mi sento di prenderne più. Vorrei arrabbiarmi, ma non riesco. Non ci riesco più.

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