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Momento topico della puntata di questa sera di “Amici”: Cannito mette in un angolo, mentre Villanova gongola, la cattiveria gratuita della perfida coppia del male, Celentano-Jancu. Il secondo, preso in castagna da Villanova (non avrebbe, come ha dichiarato, seguito le lezioni di Michele), si ritira in un gelido no comment, forse anche per il sonno tremendo che lo sta divorando, più o meno dopo due prove.

Gli inediti sono cantati con approssimazione, ancora una volta. “Minuetto” della Martini viene rovinato in modo indecoroso. Tra i cantanti, si salvano soprattutto Matteo (parzialmente in ombra nel musical) e Stefanino, che indovina quasi tutto in “Avrai”. Enrico risulta moderatamente intonato (con gran sorpresa di tutti, Vessicchio compreso) in “Diamante”, mentre fa in modo indecente il suo nuovo (e noiosissimo) inedito. Di seguito, alcune gustose e nuovissime perle amiciane. Leggi il seguito di questo post »

Facile, troppo facile il nuovo film di Cameron, “Avatar”, pubblicizzato alla americana, con partecipazione speciale, perfino, di Barack Obama: buono, anzi ottimo il messaggio ecologista, meno originale l’impianto, già visto e stravisto, tipico di un certo modo di fare cinema, tutto incentrato più che sulle sfumature, sull’effettaccio, sulla spettacolarità. Da Cameron e da un investimento tanto gigantesco, invece, ci si aspetterebbe molto di più.

La pellicola racconta la storia di Jake Sully (Sam Worthington), un marine, su una sedia a rotelle, il quale si trova a sostituire il fratello scienziato, morto ad inizio film, in una sperimentazione su “avatar”, la quale avviene su un lontano pianeta, chiamato Pandora. Qui una base militare terrestre, governata alla americana, sta sfruttando una terra non disabitata per via delle risorse del suo sottosuolo.

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Quando entrò nella scuola, Angelo Iossa sembrava davvero avere una marcia in più. Bravissimo, strepitoso, originale, disponeva di una voce magnetica, assurda, molto ricca di sfumature, completamente avulsa dal genere amiciano, ma perfettamente nei canoni, tanto per ricordare qualche parola di chi, di musica, grazie al Cielo, sa qualcosa e la può insegnare, tra l’altro.

Poi, venne il pongo e tutto fu perso – regole e controregole costruite ad hoc perché i talenti, quelli veri, non abbiano voce nella scuola di “Amici” (o al massimo ad anni alterni). Com’è possibile, per esempio, che un tale talento, così raro, debba entrare quasi alla fine della trasmissione, quando è sostanzialmente impossibile farsi conoscere, ciò che in pratica equivale a restare fuori dalla scuola? Eppure, è sempre così e storicamente, ad “Amici”, non riesce mai a fare strada chi entra in corsa, tranne quando è particolarmente difeso da chi lo sta seguendo in quel momento (tanto per fare un nome, Giulia Piana).

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Che puntatona interessante, questo serale di “Amici”! A parte l’outing di Jurman, che mi aspettavo a proposito delle supposte virtù della Errore, la De Filippi s’è dovuta districare tra gli ormoni di Jancu, la sfuriata della Celentano contro Michele Villanova e alcune delle più oscene interpretazioni canore dei capolavori della musica italiana e straniera.

Questa sera, infatti, perfino gli inediti sono stati cantati, giusto per essere gentili, con qualche approssimazione. Qui di seguito, poi, trovate qualche altra piccola chicca.

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Anna Altieri commentava ieri sera a denti stretti la sua uscita da “Amici”, sostenendo che loro avevano fatto fuori il jolly ed ora erano perfettamente sicuri che sarebbero arrivati in fondo. Tanto per sgombrare il terreno da ogni equivoco, aveva ragione.

Il tempo, che in genere è galantuomo, avrebbe fatto ragione del talento di “Amici” 9 e le simpatiche graduatorie costruite ad arte da abili venditori di fumo (Rapino in primis) e da organizzatori di trasmissioni in preda ad onnipotenza (Zanforlin) sarebbero finite nel dimenticatoio, triturate dalla forza della voce della Altieri. E invece, come dice la Pausini, in una canzone che peraltro Anna fa benissimo, invece no.

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Novità sul fronte di “Amici”: Zanforlin torna sui suoi passi, dopo i mezzi flop dei nuovi professori. Mentre, tra le macerie dello scorso anno, riemergono il regista tuttofare Patrick Rossi Gastaldi e perfino il sempre valido Fabrizio Palma, pare che si profili, per la prossima domenica, un ritorno d’eccezione: quello di Luca Jurman. La notizia, prima apparsa solo su alcuni blog, è diventata, anche per via del tamtam internautico, un tormentone di questi ultimi due giorni.

Jurman, dunque, lo scopritore di talenti, il maestro di musica e di vita, non particolarmente amato dalla produzione nella persona della produzione, ma apprezzato da schiere di fan suoi e di fan di Marco Carta, Alessandra Amoroso e Valerio Scanu, torna sul campo di battaglia, alla facciaccia della Di Michele e di qualche altro improvvisato solone della musica.

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Non sono più la stessa persona che non protesta, che abbassa il viso e considera chiunque intoccabile. Non è stata una scelta – è stata una necessità. Non per brillare come una piccola luce, non per dimostrare che esisto, ma solo per mantenere la mia identità, per conservarmi al futuro.

Non sono più quello che insegue i desideri altrui, che si inganna sui sentimenti di chi non rispetta chi sono, che legge profondamente, tra righe che non esistono, per giustificare i comportamenti, le parole, le emozioni. Non sono più quello che non si ribella.

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Anche nel fortunato “Chiusa dentro me” sono rintracciabili altri ossimori formato Valerio, che canta ancora la passione che origina contraddizioni come già nella bellissima “Pioggia e fuoco”. In questo caso, è l’amore felice e fortunato di chi tiene chiusa dentro sé l’immagine o l’anima di chi ama (“sei chiusa dentro me/ indelebile/ nelle mie vene ormai”). Davvero si potrebbe innalzare un macarismo meritato a chi ha tanto interiorizzato il proprio sentimento da sentirselo ribollire nel sangue.

Ma l’apparente immagine di “chiusura” con cui la canzone inizia si stempera costantemente, fino a raggiungere una inattesa dimensione di apertura verso l’infinito, sottolineata dall’invito roboante, enorme, immenso con cui Valerio trasforma in gigante il suo “Stringimi”, l’imperativo che inaugura il ritornello, spingendogli la voce in alto, nel solito sublime scanuforme, che chi lo conosce ha imparato, naturalmente, ad amare.

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L’unica Sarda a non aver sfondato ad “Amici”, dove ormai da tre anni sembra di essere diventati una succursale dell’isola (tra Cagliari e La Maddalena), Arianna Mereu s’è svegliata solo alla vigilia della eliminazione più telefonata della storia della trasmissione. Lo sapeva talmente bene che l’ha spiegato a chiare lettere, mentre piangeva, prima che venisse il momento definitivo di dire addio al dorato mondo della tv.

Del resto, se lo doveva aspettare la poverina, quando, per dire, alle due sodali rapiniane venivano fatti fare tremilacinquecento volte gli inediti, mentre lei cantava una volta o forse due “L’amore ha il suo punto di vista” (sinceramente non un pezzo che facesse risaltare compiutamente le sue qualità, vista la sua inconsistenza ed eccessiva rapidità). Chi, in sostanza, può dire di averla sentita esibirsi? Quasi mai le è stata data la magica possibilità. E quando ha avuto quella chance, è stata massacrata da una commissione calatasi perfettamente nel ruolo di Jack lo squartatore.

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Evviva, ora abbiamo pongato anche l’impongabile. Zanfo se la ride sotto i baffi abbronzati, Maria deve anche mettersi a difendere decisioni che minimo minimo appaiono cervellotiche, se non motivate al solito da simpatie personali, mentre, nell’intanto, la commissione fa le cose in grande, lasciando a qualche povero malcapitato un voto su otto, tanto per dire: mi fai schifo come una puzzola, una dozzina di uova marce e una canzone qualsiasi (prendine una dal cocuzzaro amiciano) distrutta da Davide Flauto. Ah, no! Ah, no! Mi son sbagliato: Davide è la quintessenza del canto per i soloni della super-giuria-di-‘sti-ciufoli.

E passi che il Rapino non ci senta da due orecchie e forse anche dal naso e che Vessicchio si sia fatto infinocchiare da due gorgheggi in napoletano stretto, ma i giornalisti? I giornalisti che ci stanno a fare? A diventare bulimici megafoni delle case discografiche?

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