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Stefano Bollani sta per iniziare un programma su Rai2. Come fare la tv nessuno se l’inventa da sé. Per fare ascolti e poter continuare la propria carriera televisiva, bisogna usare gli stessi mezzucci da sempre, tipo far parlare di sé prima del debutto. Bollani, reduce da un mezzo flop su Rai3 (d’altronde, la musica classica si vende non proprio facilmente in televisione, e Bollani, insomma, non è mica Allevi), allora, s’è inventato qualche simpatica dichiarazione da spargere a piene mani sul pubblico, tra l’altro dalle colonne del Corriere della Sera, non della Gazzetta di Celle Ligure, con tutto il rispetto per i Cellesi e il loro (immagino ipotetico) giornale.

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Ho letto la qualunque sull’ultimo atto (almeno per quest’anno) della telenovela dei Gabbiani, in salsa defilippiana. Ho letto giustissimi complimenti alla crudeltà della Sanguinaria, ho letto aspre critiche al fatto che il programma ha raccontato ancora e sempre lo stesso copione.

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E finalmente piove. Non posso stasera parlare della bellissima, spaventosamente difficile canzone di Valerio. Devo parlare di lui (il mezzo al posto del contenuto), di quanto tempo è passato da quando lo vedevo, coi capelli leonini, ruggire sopra la Di Michele furiosa e sconfitta e oltre i trappoloni delle prove proibitive (che, apparentemente, non finiscono mai, come gli esami di Eduardo). Sembra, a guardarlo oggi, che sia venuto giù un secolo, che siamo entrati dall’Ottocento al Novecento, che il mondo sia cambiato, che tutto sia cambiato.

Ed in effetti tutto è cambiato – anche la sua voce, perfino il suo look, anche il suo modo di porsi davanti al pubblico, alle telecamere. Ma quel che è meravigliosamente incredibile e stranamente coinvolgente è che lui è sempre quel ragazzo che cantava col cuore, che gridava il suo desiderio di autoaffermazione, che sperava di diventare qualcuno e che ho imparato a conoscere ormai tanto tempo fa.

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Gemma, ormai ribattezzata Gem e già questo è significativo, è, ormai, l’ultimo degli highlander. Entrata nel parterre femminile fin quasi dagli inizi, è passata tra qualche amore fortunato e molti incontri non finiti nel migliore dei modi, spesso e volentieri per propri demeriti. A parte la relazione lunga (e forse mai interrotta) con il dentista di Udine, Ennio, la donna, che nella vita dirige un teatro a Torino, è stata accusata a più riprese, come quasi tutti i “senatori” di Uomini e Donne, d’essere in trasmissione con l’unico obiettivo di farsi notare.

E trattandosi di qualcuno che lavora nel mondo dello spettacolo il sospetto è diventato, nel tempo, una vera certezza, soprattutto, quando di fronte ad uomini della sua stessa città e della sua stessa età, Gem(ma) ha trovato mille scuse, alcune poco credibili, per evitare di continuare nella loro conoscenza, soprattutto mai lasciando, se non brevemente, la trasmissione.

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E’ bastata qualche puntata dell'”Isola dei Famosi” ed è stato subito Scanu-show. Metti Valerio da qualche parte e sta’ tranquillo: lo Scanu riesce a rinvigorire show bolliti, a far fare ascolti assurdi anche alle competizioni meno gettonate, a risollevare la geriatria televisiva.

Valerio è più che un cantante, ormai, e noi che siamo stati puristi ci dobbiamo rassegnare: senza averne l’aria, è un imitatore, uno showman, perfino un battutista.

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Oggi il consueto appuntamento con il trono over di “Uomini e donne” ha portato alla ribalta una volta di più storie al limite dell’improponibile. Nessun altro programma mette più alla berlina il femminino e il maschile in tutta la tv italiana, ma, ora, forse occorre mettere un punto e ricominciare, ma ricominciare sul serio – non solo modificando il parterre, ma mettendo in chiaro qualche piccola regola di comportamento.

Maria De Filippi, oggi, con il suo consueto aplomb, ha cercato di glissare, per evitare guai peggiori, ma alla fine perfino lei s’è sentita in dovere di intervenire per mettere qualche puntino sulle i e spiegare a Guido Soldati (ma ho l’impressione che questo chiarimento sarà solo il primo di una lunga, lunghissima serie…) che non è che un partecipante alla trasmissione abbia carta bianca (o una sorta di license to kill) e possa fare quel che gli pare, a prescindere dalle persone che ha la fortuna di conoscere.

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Barbara De Santi

A “Uomini e donne”, al solito, Tina passa, da consumata attrice, dai toni della farsa (ora a fare da spalla a Marcello, perfino nei panni, a lei assai congeniali, di Anita Ekberg) a quelli della reprimenda. Ma, quando la voce s’incupisce, e il suo “Maria, io esco” non è più così geniale come nella vignetta che circola da qualche tempo su facebook, non sempre colpisce nel segno.

Com’è stato con Colomba Mecozzi (sulla cui vicenda ho scritto qualche tempo fa), ora lo è anche con Barbara De Santi. E la storia si ripete, con gli stessi accenti. Mentre i problemi con la prima sono originati da fantomatici messaggi ricevuti dalla Cipollari sul proprio profilo (e mai portati in trasmissione, giusto per essere chiari), con la seconda la querelle nasce da alcuni presunti commenti della De Santi riportati alla opinionista sulla sua scarsa professionalità.

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Il solito tritacarne. La solita macelleria dei sentimenti. Marco Fantini, uscito piuttosto malconcio dalla scelta di Anna Munafò, la cui relazione con il romanaccio “tanto vero e tanto simpatico” è durata circa dieci secondi (come da copione), si rimette in gioco e da bravo ragazzo cerca una brava ragazza.

La cosa incredibile è che, in quella sentina che è “U&D” la trova pure (Noemi, una ragazza romana, tra l’altro, ma di profilo migliore della precedente, con una laurea appena presa e i buoni sentimenti di una fanciulla di buona famiglia).

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Miguel Bosé mica le manda a dire. Quando una prova non gli piace, soprattutto se è dell’avversario, lo esprime con chiarezza, anche se gli difetta la lingua. Moreno, dal canto suo, incassa, ma poi stuzzica, finché, quando è lui ad essere stuzzicato, entra a piè pari sul nemico giurato ed esce per una volta fuori dal copione della trasmissione più telefonata dell’anno.

La lite è tremenda. La De Filippi ci rimane male e non sa come fare. Dopo la querelle tra Colomba e Tina, questa non ci voleva. Magari gli autori gongolano, perché pensano ad una vittoria in prima serata. E invece il pubblico non gradisce e “Amici” si prende la seconda scoppola da “Ti lascio una canzone”, ma questa volta di circa quattrocentomila spettatori (senza tener conto che il programma della Clerici dura fino alla mezzanotte).

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Sono stato, nella mia lontana giovinezza, tra i primi fan di Tina Cipollari: ero, lo ricordo sempre con grande calore, uno degli iscritti al suo primo (e unico, direi) fan club su yahoo. E scrivevo, molto spesso, su quelle pagine dalla mia antica posta elettronica. Conoscevo perfino personalmente il co-fondatore dell’associazione virtuale, che poi quei simpaticoni del sito decisero di cancellare. Io mi ci divertivo moltissimo. E al tempo Tina era assai divertente.

Esagerata, colorata, adorna di specchietti e strasse, dalla battuta pronta, era una donna cui si perdonavano anche i giudizi più sprezzanti, vista la sua ironia (che cominciava dalla propria persona). Poi, l’allontanamento dalla trasmissione e dall’universo della famiglia Costanzo, gli anni del dimenticatoio e il tentativo di riemergere grazie al “Ristorante” della Clerici, occasione affrontata con il piglio della grande e purtroppo sfumata proprio al fotofinish, poi il bel matrimonio (consumato in televisione) e i figli… Ed anche su queste pagine ho scritto a suo favore, pregando che fosse richiamata in trasmissione, a sostituire altri che non erano al suo livello.

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