E girare per riempire ogni vuoto: giro, in effetti, fin troppo. Sono una trottola impazzita: qualche volta faccio fatica a riprendermi da quanto mi muovo.

E pensare per riempire ogni vuoto: penso, sì, penso anche troppo. E ragiono come un bonzo tibetano, prendo la pioggia e non mi sento di prenderne più. Vorrei arrabbiarmi, ma non riesco. Non ci riesco più.

Questa indifferenza sembra essere un punto d’arrivo. Qualche moto di sdegno si profila, proprio nei casi peggiori. Ma qualche volta mi chiedo se mi interessa ancora. Se voglio ancora innamorarmi.

In tutto questo morire ogni giorno, forse, l’unico che soffre non sono io, ma un altro me, che ha terrore, ora, perfino di dirmi che esiste.