Mario è talmente stonato che il fatto che sia ancora nella scuola di “Amici” è imbarazzante un po’ per tutti, per il pubblico, per i ragazzi, per la scuola e anche per lo stesso Mario. La scorsa serata, tra l’altro, il Nunziante ha fatto del proprio peggio, cantando in un modo che non si può non definire incivile un capolavoro come “Un’estate fa”.

Quando la Di Michele (che come Ulisse s’era infilata chili di cera nelle orecchie) è intervenuta per minimizzare (quando l’anno scorso ad ogni imprecisione di Marco Carta, affilava le unghie sul divano di casa, da novella Arpia), sembrava davvero arrampicarsi sugli specchi, tipo elefante nel negozio dei cristalli. Nell’esibizione del suo coccolino concentrato, infatti, non c’era una nota che fosse tale: se il suono è, teoricamente parlando, l’effetto sensibile all’orecchio delle vibrazioni dei corpi, quelli emessi dal Nunziante erano piuttosto stridii di gatti in calore, crolli di piatti rotti sul pavimento, ululati di lupi con il mal di gola, cigolii di porte non oliate da circa trecento anni, urli di uomini senza scarpe cui si danno martellate furibonde ai piedi.

Mario è, insomma, la quintessenza dell’inutile, la negazione del cantante, il nulla che avanza, torbidamente sostenuto da insegnanti ridicole (non a caso uso il femminile), senza un briciolo di talento, neppure quello scarso e riprovevole che qualche volta anche chi si esibisce al karaoke ha, magari senza aver studiato, magari senza avere neppure un gran timbro.

Mario, infatti, non ha niente di quello che in genere un cantante può esibire: non la personalità, non l’intensità, non la forza interiore, tantomeno il timbro, tantomeno l’intonazione. Non è neppure una piccola, ridicola imitazione di cantante, come poteva essere Pasqualino l’anno scorso o quest’anno l’immarcescibile e crepuscolare Luca Napolitano. No, perché per poter essere qualcuno dovrebbe esistere, mentre, purtroppo per lui, Mario non esiste.

Mario è piuttosto una invenzione chimerica, una escogitazione di laboratorio, una cavia creata ad arte da qualcuno che esiste nelle retrovie, che maneggia con i voti, che compra interi call-center per determinare, in modo assurdo, gli esiti delle sfide, l’ordine della classifica, provvisoria o definitiva.

Mario è la costruzione, fallata, avariata già prima di essere eretta, di un voto drogato, di chi ha deciso di drogarlo e, in ultima analisi, anche di chi non fa nulla per evitare che questo voto sia drogato. E la cosa non è un sussurro di Martina, o una illazione di Valerio. E’ un fatto provato.

L’anno scorso, Marco Carta era sostenuto in rete da ben 11 fan club. La seconda classificata, Roberta Bonanno, era seguita da cinque siti diversi. Mario, che tuttora risulta essere primo in classifica, ha due soli fan club, su uno dei quali (l’unico raggiungibile) non si posta da novembre dell’anno scorso. Nel frattempo, si fa notare che Mario è passato al serale, è diventato primo, ha vinto diverse sfide. Eppure, i suoi fan neppure se ne accorgono, se fanno restare silente il loro stesso luogo di ritrovo.

Per fare un confronto, l’anno scorso di questi tempi due fan club diversi erano nati per Mattia De Salve, che è difficile perfino ricordare chi fosse.

Ecco, allora, la nostra proposta: facciamolo uscire. Protestiamo. Difendiamo la musica. Difendiamo la credibilità di “Amici”. Mettiamo punto e a capo a questa impresa che definire malefica è ben poco.

Aiutateci a far uscire Mario da “Amici”.