“Sentimento” è, probabilmente, la canzone più bella sentita quest’anno ad “Amici”. Ma è una canzone di classe, per cui difficilmente si comprende con facilità, nonostante la insistenza del pianoforte che fa, con le sue note, da contraltare alla voce di Valerio Scanu.

I presunti critici della finalissima di “Amici”, ad esempio, hanno frettolosamente giudicato questo pezzo come non radiofonico; qualcuno, addirittura, ha criticato il testo, perché troppo scontato, costruito com’è sulle rime sole-cuore-amore. Altri, ancora più fastidiosamente, hanno fatto apprezzamenti sulla melodia rea di essere troppo simile a “La prima cosa bella”.

Per rispondere a tutte queste corbellerie, basterebbe citare la classifica di vendite del sito www.dada.it, dove Valerio Scanu, interprete di questa canzone, è considerato il primo tra gli artisti top. Forse sarà un abbaglio, ma mi sa che i simpaticissimi rappresentanti delle radio ad “Amici” dovrebbero ripensare al fatto che a cinquant’anni suonati, nonostante i lifting, né la Pettinelli né Alvin riescono davvero ad essere sulla stessa linea d’onda del pubblico giovane.

Quand’ero giovane io, in effetti, in tv spadroneggiavano già proprio la suddetta (che ora, per sbarcare il lunario, fa la allegra comparsa in qualche reality poco visto, tipo “La Fattoria”, dove naturalmente non trova che Fabrizio Corona per polemizzare… e pensare che qualche anno fa presentava “Sex and the City”) e Linus: per carità, niente da dire sulla loro professionalità. Ma non sarà forse che sono un tantinello invecchiati nel frattempo? Magari, sarà anche per questo motivo che i giovani non ascoltano più la radio e preferiscono www.youtube.com. Ci facessero un giro, tanto per cambiare, tutt’e tre: facendo una breve ricerca, si osserva che di video di “Sentimento” ce ne sono 78. Il più visto è stato cliccato, in una settimana, 77194 volte.

Si vede che saranno tutti pensionati estasiati davanti allo Scanu.

Quanto a Mario Luzzatto Fegiz, il grande decano dei critici musicali italiani, a rispondere alle sue insinuazioni sulla melodia di “Sentimento”, basterebbe dire che sono ormai cinque-dieci anni che non riesce ad azzeccare una previsione sul dopo-Sanremo. Al festival, viene tollerato perché è un personaggio, come il suo sodale Aldo De Luca, che, giusto perché non è mai stato malato di protagonismo, faceva il sosia di Achille Occhetto al Bagaglino. Un luogo dove naturally non c’erano cuccioli di arroganza, ma semplicemente cuccioli di pirla, un po’ come il De Luca stesso.

In secondo luogo, verrebbe da chiedere a Luzzatto Fegiz cosa c’entri Valerio con la melodia di “Sentimento”. Lo Scanu non è l’autore della canzone: la canta, e pure magistralmente, tanto che fa venire i brividi anche a distanza. Il testo è talmente chiaro nella sua interpretazione che sembra tagliato col coltello. Non si ferma neppure, come qualche volta fa, a svolazzare con la sua agilità su tutte le note.

E allora, tirare fuori improbabili (anche musicalmente) paragoni è davvero opinabile. Come mai, per dirne una, lo stesso non ha detto una parola sul fatto che, e stavolta la cosa è provata, “Luca era gay” di Povia era tale e quale “Pensa”, sentita un anno prima a Sanremo, mica al festival delle cotiche di Acireale?

Aggiungiamo ancora qualcosa sul testo, visto che è sembrato a qualche illuminato troppo scontato: anche qui, è probabile che chi se n’è occupato lo abbia fatto tangenzialmente, che non ci abbia dedicato il tempo di una schedina. Si tratta invece di una vera e propria poesia: il sistema di rime amore/ cuore/ sole c’è anche in Petrarca e nessuno s’è mai sognato di sostenere che avesse osato troppo poco. E poi una poesia non si giudica solo dalle rime, ma dal modo nuovo o originale in cui esse stesse sono fatte rivivere.

La prima quartina è dominata, tanto per fare un esempio, da due immagini di profondità dolorosa: l’amore che “mi taglia nel petto e poi va dritto al cuore” e i pensieri che “affondano in lacrime”, metafore tormentate di una passione che è definita per ossimoro “semplicemente” nell’incipit. Non c’è, a ben vedere, nessuna semplicità in quello che si canta con queste parole: c’è invece la forza del bisogno che cerca di trovare una strada per esprimersi e non fa altro che regalare dolore.

La seconda quartina, dal canto suo, è invece dominata, per opposizione, da due immagini di altezza estasiante: al negativo della profondità della passione, corrisponde, infatti, un positivo movimento verso l’alto. Colei cui si rivolge chi scrive è condotta a “volare/ più in alto del manto di nuvole che copre il sole”; subito dopo, anche la voce narrante la raggiunge: “E ti raggiungerò e sarò nel vento che fa incontrare”. Da notare che seppure con parole semplici il tessuto fonico di questa strofa è di alto livello: i fonemi di “volare” si disseminano in tutto il verso, dando vita a “alto”, “nuvole” e “sole”, in un gioco di liquide; ma la prima e la seconda ascensione sono collegate anche dalla consonanza preziosa tra “manto (di nuvole)” e “vento”, personificato come agente dell’incontro tra i due amanti e come strumento di ascesi.

Non è a caso che dopo il primo ascolto tanti abbiano scritto che “Sentimento” era una canzone splendida. Non è un caso che il pubblico, molto prima che la critica, abbia capito dove stava il vero talento.