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“Perfetti”, la nuova hit di Eleonora Crupi, che con questo pezzo avrebbe dovuto vincere il mini-campionato delle ex stelle di “Amici” targato Maionchi-Platinette, ha una storia molto lunga e perigliosa. L’autore è il sensibile Niccolò Agliardi, che avrebbe voluto cantare la sua opera al Festival di Sanremo del 2009. Era già d’accordo perfino con Ornella Vanoni, che sarebbe stata felice di fargli da madrina. Poi, però, ci si sono messi in mezzo tutti quanti: dalla casa discografica al conduttore (allora era Paolo Bonolis), o perlomeno questa è la storia che ha raccontato Agliardi in un’intervista piuttosto datata e passata sotto silenzio.
E così la canzone è finita nel dimenticatoio, o meglio negli scaffali virtuali di itunes, dove, in effetti, è rimasta senza troppo successo. Sono passati, nell’intanto, quasi cinque anni e Agliardi la propone alla Crupi, che la fa sua e ora, dopo il tentativo fallito di una felice rentrée nella trasmissione che l’aveva lanciata, l’ha riportata all’onore della cronaca con una battaglia personale.
“Sentimento” è, probabilmente, la canzone più bella sentita quest’anno ad “Amici”. Ma è una canzone di classe, per cui difficilmente si comprende con facilità, nonostante la insistenza del pianoforte che fa, con le sue note, da contraltare alla voce di Valerio Scanu.
I presunti critici della finalissima di “Amici”, ad esempio, hanno frettolosamente giudicato questo pezzo come non radiofonico; qualcuno, addirittura, ha criticato il testo, perché troppo scontato, costruito com’è sulle rime sole-cuore-amore. Altri, ancora più fastidiosamente, hanno fatto apprezzamenti sulla melodia rea di essere troppo simile a “La prima cosa bella”.
Marco è fenomenale. Chi poteva aspettarsi che vincesse pure Sanremo? E’ ancora un ragazzo, appena uscito dalla scuola di “Amici”. E’ vero che ha un contratto con la Warner, è vero che ha un grandissimo talento, ma vincere il festival alla prima partecipazione non succede molto spesso, soprattutto quando si ha quell’età.
Eppure, Marco aveva ed ha tutte le carte in regola per riuscire a sfondare. Prima di tutto, la particolarità vocale: c’è, per così dire, uno stile-Carta che ora come ora è inconfondibile, una maniera di cantare che è solo sua, assolutamente solo sua, il suo marchio di fabbrica, la sua inconfondibilità, della quale fa parte, in effetti, perfino il suo essere sardo, in un mix che piace, innegabilmente, perché non lo rende uguale a nessun altro.
Silvia Olari è uscita dalla scuola. Non parliamo per ora di ciò che è accaduto dopo (e di Jurman che legittimamente ha voluto riaprire il caso). Parliamo per ora di come Silvia sia stata cancellata dalla scuola e di quali meccanismi abbiano portato alla sua eliminazione.
La Olari entra ad “Amici” salutata con gioia da tutti come un grande talento. E’ l’unica, da tanto tempo, che sa suonare il piano, conosce già di musica e ha già una incredibile capacità di mettersi al passo con i suoi compiti. Però, come spesso succede ai grandi talenti canori passati da “Amici” da qualche anno a questa parte (Max Orsi, Karima Ammar, Marco Carta, tanto per citare quelli più ovvi), si alzano le barricate, si creano trappolone e ostacoli, in modo da farla cadere in simpatici cul-de-sac, perché deve passare un messaggio assurdo – quello che chi canta può anche non cantare, basta che “trasmetta”.
Raccontarsi fa sempre bene. In questo quadro, anche il povero Povia ha tutti i diritti di raccontare se stesso. Ma ci sono palcoscenici diversi dove far risaltare la propria verità. Perché proprio a Sanremo?
Per stare a Sanremo bisognerebbe perlomeno avere una canzone da cantare, visto che a Sanremo, fino a prova contraria, si canta. E qui sta il busillis di una partecipazione balbettante, senza spessore.
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