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Non amo profondamente il nuovo inedito amiciano, “Io nego” (sotto questo aspetto non posso dar ragione a Jurman, che qualche settimana fa ha dichiarato che gli sembra molto buono). Ogni tanto, ho avuto la sfortuna di sentirlo cantare da un interprete (non ricordo bene il nome o il volto) preso, evidentemente, dalla strada, insomma quella interessante a suo modo novità dell’edizione di quest’anno, secondo la quale ogni tanto invece che un allievo viene fatto esibire un passante.

E devo ammettere che questa scelta non aveva contribuito granché a farmi apprezzare la canzone, anche perché non ne avevo mai compreso interamente il testo.

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Dei sentimenti vissuti, spesso, resta poco o nulla: ma quel che rimane è nostro e nessun ladro di ricordi può portarselo via impunemente. E’ possesso eterno, è come un tesoro al quale possiamo tornare con la mente e la memoria per poter viverne ancora le briciole, una volta che l’amore se n’è andato.

Questo il tema del nuovo successo di Valerio Scanu, “Mio”, il singolo che anticipa il nuovo album del talentuoso cantante de La Maddalena.

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I prova. Andate “Via!”: Pierdavide vs. Enrico. Il Carone la fa alla Carone, come fosse una ballata, ma di fronte ad un’altra canzone veloce dimostra di non avere agilità musicale. Dargli questa canzone è in pratica ucciderlo (e l’ha assegnata, tra l’altro, quella Medea della Di Michele). Stona peraltro perfino nel ritornello, che, viste la nota lunga iniziale, dovrebbe facilitarlo. Troppi respiri nel finalino, buttato lì. Perfino Grazia, che è la sua mentore, fa capire che è stato impreciso, seppure nel suo solito modo suadente per cui non sembra che abbia fatto schifo, quando invece l’avrebbe cantata meglio anche un Flauto qualunque.

Prima dell’esibizione di Enrico, va in onda la Enrichiade, con la Di Michele che dà dell’incompetente o della bugiarda alla Martinez. E menomale che non ce l’aveva con lei. Intanto, Jurman si veste da mago della pioggia e tira fuori dal cilindro un Nigiotti più convincente del solito: tiene benino il ritmo, anche se in due punti si fa trascinare; non sembra più sfrangiato nell’intonazione, anche se non è precisissimo. Forse la cintura di Luca è taumaturgica. Io la proporrei anche per la Di Michele, che, alla fine, sostiene, peraltro indirettamente, che san Jurman abbia fatto i miracoli.

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L’unica Sarda a non aver sfondato ad “Amici”, dove ormai da tre anni sembra di essere diventati una succursale dell’isola (tra Cagliari e La Maddalena), Arianna Mereu s’è svegliata solo alla vigilia della eliminazione più telefonata della storia della trasmissione. Lo sapeva talmente bene che l’ha spiegato a chiare lettere, mentre piangeva, prima che venisse il momento definitivo di dire addio al dorato mondo della tv.

Del resto, se lo doveva aspettare la poverina, quando, per dire, alle due sodali rapiniane venivano fatti fare tremilacinquecento volte gli inediti, mentre lei cantava una volta o forse due “L’amore ha il suo punto di vista” (sinceramente non un pezzo che facesse risaltare compiutamente le sue qualità, vista la sua inconsistenza ed eccessiva rapidità). Chi, in sostanza, può dire di averla sentita esibirsi? Quasi mai le è stata data la magica possibilità. E quando ha avuto quella chance, è stata massacrata da una commissione calatasi perfettamente nel ruolo di Jack lo squartatore.

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